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Marea

e il naufragar m'è dolce in questo mare

Mese

aprile 2004

  MMhhh che …

 

MMhhh che bello!!! Oggi mi sono fatta un mega giro in bicicletta…. poi vi racconto

 

MMhhh che …

MMhhh che bello!!! Oggi mi sono fatta un mega giro in bicicletta…. poi vi racconto

E alla fine sì, fors…

E alla fine sì, forse hai ragione tu, è giusto parlarne….

Certo, sono una piccola molecola in quel mondo di persone che non si amano. Non era ancora bulimia, non era ancora anoressia. Era un’atteggiamento diverso, però, dalla normalità. Un modo malato di gestire il mio dolore. Certo perchè il dolore c’era, quello si. Però non doveva trafelare, che non si sapesse che la corazzata era stata colpita. "Che c’è da fare? Si lavora, si esce, si fa sesso? Basta un fischio e io ci sono", perchè avrei fatto di tutto per non permettermi di pensare. "Si esce a cena? Certo, perchè no!" E si sceglie magari il pesce all’inizio, o qualcosa di estremamente poco calorico. Qualcosa anche di sexy da piluccare, perchè abboffarsi su una carbonara non è certo elegante. E bisognava esserlo invece! Il vestito mai banale, i capelli pettinati e il trucco, quello sempre. Sorrisone in prima pagina e… ciak sei in onda. Poi uno strano disturbo. Un pugno quasi allo stomaco che non voleva aprirsi. Stretto dalla morsa dello stress, io quasi felice di mangiar poco. Non sono mica patita no? Anzi, perdessi quei maledetti kg in più! Un giretto in bagno, un sentirsi subito meglio e trovare il posto per un bel dolce (quanto amo i dolci!). Rimettere il rossetto e tirare su il sipario. La bilancia mi era amica allora, e mi vedevo dimagrire, nulla di estremamente visibile. Anzi! Tutti a dirmi che ero in gran forma. "Hai fatto bene ad andartene, non vedi come stai bene ora?". Già, stavo bene, lui era lontano e non poteva più farmi paura, gli amici volevano la mia compagnia, che altro desiderare?

Così cominciai: bandite le bevande gasate (il che era anche salutare), un caffè prima dei pasti (per stringere lo stomaco), diuretici e lassativi in quantità industriale, andare in palestra e mangiare le barrette dietetiche. Ma lo sapete che hanno 300 cal.? Via, bandite anche quelle. Se ingoi tanta saliva quando senti i morsi della fame, riesci a superare la crisi. Poi andavo a letto ed era già un altro giorno. Per la colazione non c’era tempo, perchè dovevo correre in ufficio. A pranzo mangiavo, per forza, perchè mamma mi pressava. Poi la sera uscivo fosse solo per un giro solitario per la circonvallazione interna e per saltare la cena. Era diventato automatico. Se mangiavo un po’ di più, arrivava provvidenziale il vomito a salvarmi. E nemmeno mi sentivo in colpa perchè "mica lo facevo apposta", "mica sono di quelle che si cacciano le dita in gola". E poi le dita in gola sono arrivate, grazie a Dio per poco tempo. E lì ho iniziato ad aver paura. Scivolavo e non vedevo nessuno capace di capirmi in quel momento. Avevo bisogno di aiuto, ma urlavo come dentro una tecla di vetro, senza farmi sentire, senza farmi toccare. Volevo qualcuno e facevo di tutto per allontanare chiunque interferisse tra me e il mio stomaco.

Davo segni di cedimento però, volevo essere scoperta (e questo lo capisco solo ora) e arrivò il mio vikingo sardo. Il mio gigante schietto a guardarmi dopo l’ennesimo pranzo e l’ennesimo bagno. Un caziatone infinito. Mentre guidavo e lui parlava ……e parlava. Mi vergognavo, ma ero anche estremamente felice. Potevo finalmente dimostrarmi piccola, "indifesa", ferita. C’era qualcuno che finalmente mi vedeva per quella che ero e non dovevo più preoccuparmi di mostrarmi diversa. Mi piaceva vederlo offeso e arrabbiato, perchè dimostrava di volermi bene, di preoccuparsi. E l’Amore, l’Affetto erano le uniche cose di cui avevo assoluto bisogno di cibarmi. Volevo essere importante per qualcuno, e soprattutto per me stessa. Non finì tutto quel giorno ovviamente, perchè sono cose che si pagano e si continuano a pagare. Però quel giorno, quei giorni… trovai la forza sufficiente per riprendere in mano la mia vita. Lo so che il cambiamento è stato repentino, e molti non hanno capito perchè ho DOVUTO prendere certe decisioni, ma chi ha voluto capire è restato e gliene sono estremamente grata. E quando Laura ha iniziato a risorgere (lo ammetto sono risorti anche i kg persi), ha iniziato a capire anche che non tutto quello che c’era nella sua vita era sbagliato. Che bastava allungare la mano per trovare la serenità.

Oggi Laura sta bene. Si pesa ogni mattina e impreca contro gli etti in più. Mi sono rimessa a fare ginnastica, e lotto con gli addominali, ma ogni tanto mi strafogo di burritos con il mio amore e sorrido.

Sabato è stato un giorno speciale perchè ero in un bar con il mio amico vikingo e il mio compagno, cosa rara poichè il mio amico abita lontano da qui. Continuavo a chidergli "come mi trovi?" e lui scherzando mi diceva "ingrassata" , però ha riso e mi ha abbracciato e mi ha detto "stai benissimo"… ed era l’unica cosa che volevo sentirgli dire.

Grazie al mio Stefano vikingo per il caziatone e l’affetto, e al il mio Stefano adorato per la pazienza, la testardaggine e l’amore di quei giorni …..e di questi giorni.

E alla fine sì, fors…

E alla fine sì, forse hai ragione tu, è giusto parlarne….

Certo, sono una piccola molecola in quel mondo di persone che non si amano. Non era ancora bulimia, non era ancora anoressia. Era un’atteggiamento diverso, però, dalla normalità. Un modo malato di gestire il mio dolore. Certo perchè il dolore c’era, quello si. Però non doveva trafelare, che non si sapesse che la corazzata era stata colpita. “Che c’è da fare? Si lavora, si esce, si fa sesso? Basta un fischio e io ci sono”, perchè avrei fatto di tutto per non permettermi di pensare. “Si esce a cena? Certo, perchè no!” E si sceglie magari il pesce all’inizio, o qualcosa di estremamente poco calorico. Qualcosa anche di sexy da piluccare, perchè abboffarsi su una carbonara non è certo elegante. E bisognava esserlo invece! Il vestito mai banale, i capelli pettinati e il trucco, quello sempre. Sorrisone in prima pagina e… ciak sei in onda. Poi uno strano disturbo. Un pugno quasi allo stomaco che non voleva aprirsi. Stretto dalla morsa dello stress, io quasi felice di mangiar poco. Non sono mica patita no? Anzi, perdessi quei maledetti kg in più! Un giretto in bagno, un sentirsi subito meglio e trovare il posto per un bel dolce (quanto amo i dolci!). Rimettere il rossetto e tirare su il sipario. La bilancia mi era amica allora, e mi vedevo dimagrire, nulla di estremamente visibile. Anzi! Tutti a dirmi che ero in gran forma. “Hai fatto bene ad andartene, non vedi come stai bene ora?”. Già, stavo bene, lui era lontano e non poteva più farmi paura, gli amici volevano la mia compagnia, che altro desiderare?

Così cominciai: bandite le bevande gasate (il che era anche salutare), un caffè prima dei pasti (per stringere lo stomaco), diuretici e lassativi in quantità industriale, andare in palestra e mangiare le barrette dietetiche. Ma lo sapete che hanno 300 cal.? Via, bandite anche quelle. Se ingoi tanta saliva quando senti i morsi della fame, riesci a superare la crisi. Poi andavo a letto ed era già un altro giorno. Per la colazione non c’era tempo, perchè dovevo correre in ufficio. A pranzo mangiavo, per forza, perchè mamma mi pressava. Poi la sera uscivo fosse solo per un giro solitario per la circonvallazione interna e per saltare la cena. Era diventato automatico. Se mangiavo un po’ di più, arrivava provvidenziale il vomito a salvarmi. E nemmeno mi sentivo in colpa perchè “mica lo facevo apposta”, “mica sono di quelle che si cacciano le dita in gola”. E poi le dita in gola sono arrivate, grazie a Dio per poco tempo. E lì ho iniziato ad aver paura. Scivolavo e non vedevo nessuno capace di capirmi in quel momento. Avevo bisogno di aiuto, ma urlavo come dentro una tecla di vetro, senza farmi sentire, senza farmi toccare. Volevo qualcuno e facevo di tutto per allontanare chiunque interferisse tra me e il mio stomaco.

Davo segni di cedimento però, volevo essere scoperta (e questo lo capisco solo ora) e arrivò il mio vikingo sardo. Il mio gigante schietto a guardarmi dopo l’ennesimo pranzo e l’ennesimo bagno. Un caziatone infinito. Mentre guidavo e lui parlava ……e parlava. Mi vergognavo, ma ero anche estremamente felice. Potevo finalmente dimostrarmi piccola, “indifesa”, ferita. C’era qualcuno che finalmente mi vedeva per quella che ero e non dovevo più preoccuparmi di mostrarmi diversa. Mi piaceva vederlo offeso e arrabbiato, perchè dimostrava di volermi bene, di preoccuparsi. E l’Amore, l’Affetto erano le uniche cose di cui avevo assoluto bisogno di cibarmi. Volevo essere importante per qualcuno, e soprattutto per me stessa. Non finì tutto quel giorno ovviamente, perchè sono cose che si pagano e si continuano a pagare. Però quel giorno, quei giorni… trovai la forza sufficiente per riprendere in mano la mia vita. Lo so che il cambiamento è stato repentino, e molti non hanno capito perchè ho DOVUTO prendere certe decisioni, ma chi ha voluto capire è restato e gliene sono estremamente grata. E quando Laura ha iniziato a risorgere (lo ammetto sono risorti anche i kg persi), ha iniziato a capire anche che non tutto quello che c’era nella sua vita era sbagliato. Che bastava allungare la mano per trovare la serenità.

Oggi Laura sta bene. Si pesa ogni mattina e impreca contro gli etti in più. Mi sono rimessa a fare ginnastica, e lotto con gli addominali, ma ogni tanto mi strafogo di burritos con il mio amore e sorrido.

Sabato è stato un giorno speciale perchè ero in un bar con il mio amico vikingo e il mio compagno, cosa rara poichè il mio amico abita lontano da qui. Continuavo a chidergli “come mi trovi?” e lui scherzando mi diceva “ingrassata” , però ha riso e mi ha abbracciato e mi ha detto “stai benissimo”… ed era l’unica cosa che volevo sentirgli dire.

Grazie al mio Stefano vikingo per il caziatone e l’affetto, e al il mio Stefano adorato per la pazienza, la testardaggine e l’amore di quei giorni …..e di questi giorni.

E Un Giorno…<BR><B…

E Un Giorno…

E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all’asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo…

E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t’aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l’età che s’invola…

E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare…
di andare e restare…

E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand’eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina…

E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi…

E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto…
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire…
che sogni gestire…

Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c’è solo il dolce ad attenderti, ma molto d’amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande…

I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici…

Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po’ folle, un po’ saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: ” io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato… “

F. Guccini

E Un Giorno… <B…

E Un Giorno…

E un giorno ti svegli stupita e di colpo ti accorgi
che non sono più quei fantastici giorni all’asilo
di giochi, di amici e se ti guardi attorno non scorgi
le cose consuete, ma un vago e indistinto profilo…

E un giorno cammini per strada e ad un tratto comprendi
che non sei la stessa che andava al mattino alla scuola,
che il mondo là fuori t’aspetta e tu quasi ti arrendi
capendo che a battito a battito è l’età che s’invola…

E tuo padre ti sembra più vecchio e ogni giorno si fa più lontano,
non racconta più favole e ormai non ti prende per mano,
sembra che non capisca i tuoi sogni sempre tesi fra realtà e sperare
e sospesi fra voglie alternate di andare e restare…
di andare e restare…

E un giorno ripensi alla casa e non è più la stessa
in cui lento il tempo sciupavi quand’eri bambina,
in cui ogni oggetto era un simbolo ed una promessa
di cose incredibili e di caffellatte in cucina…

E la stanza coi poster sul muro ed i dischi graffiati
persi in mezzo ai tuoi libri e regali che neanche ricordi,
sembra quasi il racconto di tanti momenti passati
come il piano studiato e lasciato anni fa su due accordi…

E tuo padre ti sembra annoiato e ogni volta si fa più distratto,
non inventa più giochi e con te sta perdendo il contatto…
E tua madre lontana e presente sui tuoi sogni ha da fare e da dire,
ma può darsi non riesca a sapere che sogni gestire…
che sogni gestire…

Poi un giorno in un libro o in un bar si farà tutto chiaro,
capirai che altra gente si è fatta le stesse domande,
che non c’è solo il dolce ad attenderti, ma molto d’amaro
e non è senza un prezzo salato diventare grande…

I tuoi dischi, i tuoi poster saranno per sempre scordati,
lascerai sorridendo svanire i tuoi miti felici
come oggetti di bimba, lontani ed impolverati,
troverai nuove strade, altri scopi ed avrai nuovi amici…

Sentirai che tuo padre ti è uguale, lo vedrai un po’ folle, un po’ saggio
nello spendere sempre ugualmente paura e coraggio,
la paura e il coraggio di vivere come un peso che ognuno ha portato,
la paura e il coraggio di dire: ” io ho sempre tentato,
io ho sempre tentato… “

F. Guccini

E questa resta, nono…

E questa resta, nonostante i quasi 15 anni di vita, una delle più belle dichiarazione d’amore:

“TI AMO QUANDO CI METTI UN’ORA AD ORDINARE UN SANDWICH.

AMO LA RUGA CHE TI VIENE QUI QUANDO MI GUARDI COME SE FOSSI PAZZO.

MI PIACE CHE DOPO UNA GIORNATA PASSATA CON TE, SENTO ANCORA IL TUO PROFUMO SUI MIEI GOLF E

SONO FELICE CHE TU SIA L’ULTIMA PERSONA CON CUI CHIACCHERO PRIMA DI ADDORMENTARMI LA SERA

E NON E’ PERCHE’ MI SENTO SOLO,

E NON E’ PERCHE’ E’ LA NOTTE DI CAPODANNO.

SONO VENUTO QUESTA SERA,

PERCHE’ QUANDO TI ACCORGI CHE VUOI PASSARE IL RESTO DELLA TUA VITA CON QUALCUNO,

VUOI CHE IL RESTO DELLA TUA VITA, COMINCI IL PRIMA POSSIBILE….”

(tratto da Harry ti presento Sally)

 

E questa resta, nono…

E questa resta, nonostante i quasi 15 anni di vita, una delle più belle dichiarazione d’amore:

“TI AMO QUANDO CI METTI UN’ORA AD ORDINARE UN SANDWICH.

AMO LA RUGA CHE TI VIENE QUI QUANDO MI GUARDI COME SE FOSSI PAZZO.

MI PIACE CHE DOPO UNA GIORNATA PASSATA CON TE, SENTO ANCORA IL TUO PROFUMO SUI MIEI GOLF E

SONO FELICE CHE TU SIA L’ULTIMA PERSONA CON CUI CHIACCHERO PRIMA DI ADDORMENTARMI LA SERA

E NON E’ PERCHE’ MI SENTO SOLO,

E NON E’ PERCHE’ E’ LA NOTTE DI CAPODANNO.

SONO VENUTO QUESTA SERA,

PERCHE’ QUANDO TI ACCORGI CHE VUOI PASSARE IL RESTO DELLA TUA VITA CON QUALCUNO,

VUOI CHE IL RESTO DELLA TUA VITA, COMINCI IL PRIMA POSSIBILE….”

(tratto da Harry ti presento Sally)

MA PERCHE ' NON CO…

MA PERCHE ‘ NON COMMENTATE PIU’????

kaiiiiiiiiiiiiiiiiii kaaaaaaaaaaaaaaiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

(se non vi piace ditelo…accettasi consigli )

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