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e il naufragar m'è dolce in questo mare

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febbraio 2008

STUPIDO SERVILISTA !!!!
(dedicata al mio capo)

STUPIDO SERVILISTA !!!!

(dedicata al mio capo)

non so se l’ho già scritta questa pagina di diario… ma mi piace ricordarla questa sera e la riporto

DIARIO DI VIAGGIO: EDIMBURGO AGOSTO 2007

PEOPLE EAT

(dedicata al ragazzo fantasma che vedete nella foto)

"Fammi fare un tiro". Lui non alzò nemmeno gli occhi, non si scompose e allungò semplicemente il braccio verso di me.

"Sei pallido, fa freddo… non senti freddo?" Silenzio.

Guardai lì dove i suoi occhi stavano guardando e  mi sedetti accanto a lui. Proprio dove lui era seduto. Vedevo gente passeggiare, un vociare non troppo sommesso e poco adatto al posto in cui ci trovavamo, rimbalzava tra il prato e gli stretti vialetti dissestati. Certo, anche noi non eravamo poi così adatti a quel luogo, seduti con le gambe incrociate a passarci una canna.

Dopo un tempo sospeso tra l’attimo e l’eterno, si girò verso di me mentre, le mani pallide rimasero a ciondolare oltre le ginocchia. "People eat" disse "La gente mangia". Stupidi turisti passeggiavano su lapidi  di vite esistite, su storia che era pietra, pietra sulla quale io sedevo, testimone, narratrice, custode della memoria della città  antica come di quella futura. "La gente mangia. Guarda, su quella tomba che fu vita, quel vecchio obeso, rosso in viso e incolore nell’anima, mangia. Lì seduto sopra una tomba, icona dei vermi che divorano corpi, lui mangia il rispetto e la memoria. Si ingozza con il silenzio della storia, che nella sua bocca diviene rumore del niente. Mangia. Mangia la mia città".

Allora alzai anche io lo sguardo  e vidi i turisti, gli stessi di un attimo prima, gli stessi che ora prendevano identità e colore, uscendo dall’ombroso rumoreggiare strisciante per ogni via. "Loro vivono" Riuscii solo a dire, accusando subito il peso di parole così leggere. "Loro vivono se la vita è mangiare, surclassare la morte, non avere paura. Ci sono vite davanti ai miei occhi? c’è chi capirà il valore di queste lapidi? C’è chi le userà per ritrovarsi? Qui dormono coloro che hanno fatto di un attimo un’eternità poichè essendo Esistiti esisteranno in eterno e l’oblio cancellerà solo la forma ma non la sostanza".

"E’ questo quello che vedi?"

"E’ questo quello che vedo."

"E se tu non vedessi… cosa vedresti?

Mi voltai verso di lui, nessuno mi era seduto accanto su quella lapide. C’erano le parole, o forse solo il silenzio di un attimo. "People eat"

non so se l’ho già scritta questa pagina di diario… ma mi piace ricordarla questa sera e la riporto

DIARIO DI VIAGGIO: EDIMBURGO AGOSTO 2007

PEOPLE EAT

(dedicata al ragazzo fantasma che vedete nella foto)

“Fammi fare un tiro”. Lui non alzò nemmeno gli occhi, non si scompose e allungò semplicemente il braccio verso di me.

“Sei pallido, fa freddo… non senti freddo?” Silenzio.

Guardai lì dove i suoi occhi stavano guardando e mi sedetti accanto a lui. Proprio dove lui era seduto. Vedevo gente passeggiare, un vociare non troppo sommesso e poco adatto al posto in cui ci trovavamo, rimbalzava tra il prato e gli stretti vialetti dissestati. Certo, anche noi non eravamo poi così adatti a quel luogo, seduti con le gambe incrociate a passarci una canna.

Dopo un tempo sospeso tra l’attimo e l’eterno, si girò verso di me mentre, le mani pallide rimasero a ciondolare oltre le ginocchia. “People eat” disse “La gente mangia”. Stupidi turisti passeggiavano su lapidi di vite esistite, su storia che era pietra, pietra sulla quale io sedevo, testimone, narratrice, custode della memoria della città antica come di quella futura. “La gente mangia. Guarda, su quella tomba che fu vita, quel vecchio obeso, rosso in viso e incolore nell’anima, mangia. Lì seduto sopra una tomba, icona dei vermi che divorano corpi, lui mangia il rispetto e la memoria. Si ingozza con il silenzio della storia, che nella sua bocca diviene rumore del niente. Mangia. Mangia la mia città”.

Allora alzai anche io lo sguardo e vidi i turisti, gli stessi di un attimo prima, gli stessi che ora prendevano identità e colore, uscendo dall’ombroso rumoreggiare strisciante per ogni via. “Loro vivono” Riuscii solo a dire, accusando subito il peso di parole così leggere. “Loro vivono se la vita è mangiare, surclassare la morte, non avere paura. Ci sono vite davanti ai miei occhi? c’è chi capirà il valore di queste lapidi? C’è chi le userà per ritrovarsi? Qui dormono coloro che hanno fatto di un attimo un’eternità poichè essendo Esistiti esisteranno in eterno e l’oblio cancellerà solo la forma ma non la sostanza”.

“E’ questo quello che vedi?”

“E’ questo quello che vedo.”

“E se tu non vedessi… cosa vedresti?

Mi voltai verso di lui, nessuno mi era seduto accanto su quella lapide. C’erano le parole, o forse solo il silenzio di un attimo. “People eat”

E’ in momenti come questo che vorrei vivere a Sparta e ripristinare il burrone della feccia umana. E’ quando sento il pirladelmiocapo che viene fuori con la sua faccetta  disgustata e annuncia al mondo la sua nuova palata di mmmm….erda sull’umanità

"ma i drogati non possono morire subito,

non possono farli fuori che io adesso

non posso più andare in montagna"
(perchè aprono una comunità)

E’ in momenti come questo che vorrei vivere a Sparta e ripristinare il burrone della feccia umana. E’ quando sento il pirladelmiocapo che viene fuori con la sua faccetta disgustata e annuncia al mondo la sua nuova palata di mmmm….erda sull’umanità

“ma i drogati non possono morire subito,

non possono farli fuori che io adesso

non posso più andare in montagna”

(perchè aprono una comunità)

Forse qualcuno di voi ricorderà una foto postata circa un anno fa

Bhè quel gran genio del Gibson ha trovato gli articoli che parlano di questo tizio che abbiamo incontrato, mi pare in Arizona, in mezzo al nulla, con un caldo assurdo, tanto che ci è parso un miraggio. Nella foto qui sopra non si vede, ma il novello Cireneo portava al seguito un carrellino tenda che serviva da cocchio per il suo fedele cagnolino. Quando ci siamo fermati a parlare con lui ci ha detto che camminava con la croce sulle spalle per dimostrare che Dio cammina con noi. Questi sono gli articoli.

ARTICOLO 1

ARTICOLO 2

Forse qualcuno di voi ricorderà una foto postata circa un anno fa

Bhè quel gran genio del Gibson ha trovato gli articoli che parlano di questo tizio che abbiamo incontrato, mi pare in Arizona, in mezzo al nulla, con un caldo assurdo, tanto che ci è parso un miraggio. Nella foto qui sopra non si vede, ma il novello Cireneo portava al seguito un carrellino tenda che serviva da cocchio per il suo fedele cagnolino. Quando ci siamo fermati a parlare con lui ci ha detto che camminava con la croce sulle spalle per dimostrare che Dio cammina con noi. Questi sono gli articoli.

ARTICOLO 1

ARTICOLO 2

Ok è lunedì… dismetto le scarpette rosse e ricomincio a lavorare.

Buona settimana a tutti

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