Che strano tornare a scrivere. E’ bastato un niente per farmi arenare, per non guardare più il mondo con gli occhi di chi vuole raccontare. Eppure da raccontare c’è, come la pioggia che sta scendendo, come il prospetto degli orari che ho appena elaborato, come la settimana che sta inziando che sarà l’ultima, l’ultima davvero. Che è lunedì e quindi niente gelatino perchè il bar è chiuso e niente Sex and the city. E poi che oggi ho chiuso il contratto per il cantiere, pronti via a settembre parte anche quello, dopo tre anni, perchè fare una rivoluzione alla volta in casa mia è pressochè impossibile.

Oppure il week end appena trascorso, passato con gli amici e vissuto con le mie gambe, con il costume e il campo da beach volley che no, proprio no, non si poteva lasciare deserto. E il poeta che giocava a palla, e la Star che era zingara come me, “zingare contro infighettate” e che ci dobbiamo fare. E poi il rock ballato a piedi nudi, i miei piedi…. e i ragazzi che ho conosciuto, compreso Davide e lo zio che i primi cinque minuti volevo prendere a testate e che poi alla fine si sono privati anche loro delle “scarpe” e sono rimasti a piedi nudi a parlare con noi. E per Davide, stai molto attento che un morso la prossima volta non te lo leva nessuno

Oppure potrei partire per il viaggio che forse si farà settimana prossima, se la schiena regge e la paura passa. No di questo non voglio parlare, non voglio gufare o illudermi. O degli amici, quelli che in questi giorni di “scollegamento multimediale” si sono adoperati per tenersi comunque in contatto con me… soprattutto uno che ha deciso di fidarsi e uno che ha deciso di scordarsi…. ma forse anche di questo è meglio tacere.
Ora ho sonno, Ginsberg mi aspetta nel letto. notte.